Suor Anna Maria Malagoli

Novellara (RE) 15 Gennaio 1938 - Pavullo nel Frignano(MO)16 Dicembre 2024

Sin dal tempo della formazione, suor Anna si è manifestata come una persona esuberante e questa caratteristica l’ha contraddistinta per tutta la vita.
Suor Anna era esuberante nelle relazioni: amava comunicare, stare in compagnia, incontrare le persone; salutava a distanza chi conosceva, sempre con un tratto semplice e festoso.
Suor Anna era esuberante nella missione: era molto generosa, attiva ed intraprendente, si sarebbe buttata nel fuoco - come si dice - per chiunque avesse avuto bisogno; custodiva ed educava i bambini della Scuola dell’Infanzia come una mamma premurosa ma anche come una sorella maggiore che giocava e scherzava; amava i suoi ragazzi dell’oratorio e della catechesi, e stava con loro anche quando giocavano le partite di pallone e in palestra.
Suor Anna era esuberante nella preghiera: il suo rapporto con il Signore era appassionato: devota al Sacro Cuore di Gesù lo pregava perché desiderava ardentemente che il suo cuore, talvolta fragile, assomigliasse sempre di più al Suo.

Suor Anna, nata a Novellara nel gennaio del 1938, era stata cresciuta a Rio Saliceto da alcuni famigliari, dopo la scomparsa prematura dei suoi genitori,
Da giovane aveva conosciuto le Figlie dell’Oratorio in parrocchia e spinta dal desiderio di essere tutta del Signore e di donarsi ai fratelli, a solo 19 anni entra nell’Istituto ed emette la sua Prima Professione Religiosa nella Solennità dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria del 1960.

Sin dal tempo della formazione, suor Anna si è manifestata come una persona esuberante e questa caratteristica l’ha contraddistinta per tutta la vita.
Suor Anna era esuberante nelle relazioni: amava comunicare, stare in compagnia, incontrare le persone; salutava a distanza chi conosceva, sempre con un tratto semplice e festoso.
Suor Anna era esuberante nella missione: era molto generosa, attiva ed intraprendente, si sarebbe buttata nel fuoco - come si dice - per chiunque avesse avuto bisogno; custodiva ed educava i bambini della Scuola dell’Infanzia come una mamma premurosa ma anche come una sorella maggiore che giocava e scherzava; amava i suoi ragazzi dell’oratorio e della catechesi, e stava con loro anche quando giocavano le partite di pallone e in palestra.
Suor Anna era esuberante nella preghiera: il suo rapporto con il Signore era appassionato: devota al Sacro Cuore di Gesù lo pregava perché desiderava ardentemente che il suo cuore, talvolta fragile, assomigliasse sempre di più al Suo.

Questa esuberanza, questa sovrabbondanza la troviamo anche in alcuni passi del Vangelo: pensiamo al pane avanzato nella moltiplicazione dei pani e dei pesci (Gv 6,12-13), alla sovrabbondanza di vino a Cana (Gv 2,1-11), al gesto eccessivo di Gesù che lava i piedi ai suoi apostoli (Gv 13,1-15), al totale dono di sé sulla croce (Gv 19,20-30).
Attraverso questa sovrabbondanza, Gesù vuole esprimere l’infinita misura di Dio nell’amore, che va oltre le righe, oltre i limiti, al punto di donare al mondo il suo Unico Figlio.
E Gesù dicendo: “Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”, ha promesso a coloro che lo seguono, vita in abbondanza.
Suor Anna ha fatto questa esperienza nei suoi 64 anni di vita religiosa tra le Figlie dell’Oratorio, seguendo Gesù e accogliendo con disponibilità la volontà di Dio: per tanti anni e in diverse comunità ha lavorato nella Scuola dell’Infanzia, ha cresciuto generazioni di bambini, sostenendo le loro famiglie: molte persone, genitori, ex alunni, parrocchiani, ricordano ancora oggi, il suo tratto semplice e gioviale, il suo sorriso, la sua allegria.

Maleo, il Borgo di Lodi, Campagnola, San Rocco al Porto, Novellara, Concesa, Pombia, Spezzano, Viadana, Palazzo San Gervasio sono state le comunità in cui è stata e ha donato la sua vita, fino a quando nel 2009 il sopraggiungere di un problema cardiaco, l’ha costretta al riposo assoluto e a rinunciare al suo servizio nella Scuola.
Dopo il tempo di riposo a Policoro e poi a Lodi, nel 2011 è stata inserita nella comunità di Maleo e lì si è “rimessa in pista” ancora per qualche anno, lavorando in parrocchia e in oratorio.
Nel 2020 di fronte alla salute sempre più precaria, è stata trasferita a Pavullo nel Frignano; in comunità dopo un primo tempo di adattamento e di cure, godeva stare con le consorelle: amava la compagnia, condividere i momenti ricreativi, giocare a carte e a tombola. Ed anche quando andava in chiesa per pregare, la sua voce si univa volentieri a quella di tutte le altre, per lodare e ringraziare il Signore.

Quando visitavo la comunità di Pavullo per lei era un giorno di festa; e quando mi salutava, mi abbracciava con affetto, e con sincerità mi diceva che mi voleva bene.
Suor Anna sapeva voler bene, e l’amore, come dice san Paolo, copre una moltitudine di peccati (cfr. 1Pt 4,1-11), anche quelle mancanze che suor Anna può aver commesso nella sua vita per la fragilità della condizione umana.

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