Suor Maria Francesca Troilo

Rocca Imperiale (CS) 4 Settembre 1916 - Lodi 25 Ottobre 2024
“Ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno”: questa frase evangelica rappresenta bene la nostra cara suor Francesca.
Suor Francesca era piccola di costituzione per questo l’hanno sempre chiamata “Franceschina”; ed ora con la malattia, allettata da diversi anni, era diventata ancora più piccola, più fragile, per questo la chiamavano affettuosamente in infermeria “La piccola”.
Ma dentro quel corpo piccolo e fragile si nascondeva una persona “grande” che nel tempo ha manifestato tutto il suo spessore, vivendo ciò che il Signore aveva detto a San Paolo: “Ti basta la mia grazia: la mia potenza si manifesta pienamente nella debolezza” (2 Corinzi 12, 9).
Suor Franceschina, nonostante avesse affrontato diversi interventi chirurgici, ha vissuto una vita lunga, carica di anni, 108, ma possiamo ben dire che sono stati anni carichi di vita. Attualmente era anche la persona più longeva del lodigiano.
Era nata nel lontano 1916 a Rocca Imperiale in provincia di Cosenza, prima figlia femmina di una famiglia numerosa e molto religiosa, che ha offerto al Signore diverse vocazioni; ha attraversato due guerre mondiali, ha assistito a grandi cambiamenti storici, e nella sua piccolezza nel 1936 non ancora ventenne, in un momento storico difficile, ha lasciato il sud Italia, affrontando un lungo viaggio fino a Lodi, per realizzare il suo desiderio di consacrarsi al Signore tra le Figlie dell’Oratorio.
Dal giorno della sua Professione religiosa, avvenuta l’8 dicembre del 1938, suor Franceschina ha iniziato il suo “pellegrinaggio” di comunità in comunità, dal nord al sud Italia, sempre disponibile ad andare là dove c’era bisogno, in piena obbedienza alla volontà di Dio. Ha affrontato venti cambiamenti passando dalle città di Lodi e Milano, ai piccoli comuni della Basilicata: Maschito, Chiaromonte, Fardella, Tursi; dalla campagna lodigiana di Bertonico, alla località marina di Policoro, al paese di montagna San Severino Lucano dove vi è ritornata per tre volte e che in questi giorni le ha espresso tutta la sua gratitudine per il servizio svolto.
Grottaglie è la comunità dove ha trascorso più anni e dove c’è ancora un ricordo vivo del suo passaggio: suor Franceschina nella Scuola di lavoro ha insegnato a ricamare a tante giovani donne che preparavano il loro corredo per le nozze: quel contesto è stata l’occasione propizia per ascoltare e formare cristianamente tante generazioni.
Nel suo pellegrinaggio di comunità in comunità si è adattata a svolgere i servizi più diversi: è stata educatrice delle ragazze esterne, assistente dei bambini dell’asilo, aiuto in cucina e poi cuoca, maestra di ricamo, superiora di comunità, fino a quando con il declinare delle forze è stata trasferita nel 2018 nell’infermeria di Casa Madre a Lodi.
Suor Franceschina aveva un carattere mite, ma volitivo: esprimeva con libertà e carità quello che pensava e sapeva farsi volere bene da tutti, con quegli occhi dolci e quel sorriso discreto che sapeva regalare a chi la incontrava.
Era molto legata alla sua grande famiglia di origine, ai suoi numerosi nipoti di cui ricordava il nome: ha sempre seguito e accompagnato con la presenza e la preghiera gli eventi familiari sia quelli gioiosi che quelle tristi.
Nella sua piccolezza arrivava dappertutto con la preghiera che ogni giorno viveva nella sua piccola stanza dell’infermeria, sempre con il rosario tra le mani. E Dio si chinava su di lei e le dava quella serenità che solo Lui può dare, così come scriveva San Vincenzo: “Il vero povero diviene una pura capacità di Dio ed una capacità attraente, considerata la natura e l’indole di Dio d’ inchinarsi verso ciò che è piccolo, di alleviare chi soffre e di ricolmare ciò che è vuoto”.
E suor Franceschina aveva fatto della piccolezza il segreto della sua vita scegliendo di fare suo il testo del Vangelo: “Se non vi convertirete e non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli”.
Suor Franceschina ci insegna che la “piccolezza” secondo il Vangelo, è il criterio e la misura del vero progresso spirituale, la strada verso la santità, così come scrive Bernanos: “Ho perso l’infanzia e non la potrò riconquistare se non attraverso la santità”.
Suor Franceschina è passata tra di noi come quei fiori piccoli, nati non tanto per essere visti, ma che lasciano un profumo gradevole e forte!
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